Kung Fu è una serie televisiva statunitense, trasmessa nell’arco di 3 stagioni, dal 1972 al 1975: formata da 62 episodi, è stata preceduta da un episodio pilota della durata di 90′, trasmesso il 22 febbraio 1972. Ogni episodio della serie dura circa 45 minuti.
Ambientata nella Cina e negli Stati Uniti della metà del XIX secolo, ha per protagonisti David Carradine (nel ruolo di Kwai Chang Caine), Keye Luke (il maestro Po) e Philip Ahn (il maestro Khan).
Secondo la vedova di Bruce Lee, l’idea originale fu pensata appunto da Lee, che doveva anche essere il protagonista, la testimonianza della stessa avvalora l’ipotesi rendendola credibile. La scelta del protagonista fu molto travagliata e in lizza c’erano sia Bruce Lee sia David Carradine e il network voleva un attore più muscoloso. La scelta cadde su David Carradine, perché si necessitava di una figura serena e Hollywood era restia ad accettare attori asiatici per ruoli da protagonista (vedasi la scelta di coprire il volto di Bruce Lee nella serie Green Hornet, prodotta utilizzando il volto di un americano Van Williams nella parte di Britt Reid/Green Hornet, e dando a Lee una parte secondaria, quella di Kato). (Ed Spielman riferì che uno dei più grandi campioni giapponesi di arti marziali disse che la caratteristica fondamentale per imparare le arti marziali era saper ballare)
Negli Stati Uniti è stata trasmessa per la prima volta dall’ottobre 1972 al 1975 sulla popolare rete ABC.
Kung Fu racconta le avventure di un monaco shaolin di nome Kwai Chang Caine metà cinese e metà americano. Dopo l’infanzia e la prima giovinezza passata ad apprendere gli insegnamenti shaolin, si trova costretto a scappare dalla Cina e a rifugiarsi nel Vecchio West. Qui va alla ricerca del fratello mai conosciuto, Danny Caine e delle sue origini.
Durante tale ricerca aiuta decine di persone a risolvere i propri problemi usando come unica arma la sua abilità nelle arti marziali e la forza interiore scaturita dalla propria filosofia di vita. Ostile al denaro non accetterà mai ricompense per i propri servigi che vadano al di là del cibo e di un semplice alloggio.
Il telefilm utilizza sovente la tecnica del flashback per mostrare episodi della vita al Tempio Shaolin. Tali episodi costituiscono delle vere e proprie lezioni di vita e di filosofia. L’opera si discosta notevolmente dai comuni telefilm e rappresentazioni televisive, in quanto, al di là delle intenzioni ludiche, rappresenta un manifesto alla non-violenza e alla tolleranza. Attraverso gli altri è possibile mettere a frutto le proprie conoscenze e acquisirne delle altre, e imparare soprattutto a conoscere se stessi.